Paul Klee e la sublime luce della Tunisia

L’antefatto è che Louis Moilliet, quel conte svizzero, vi è già stato (naturalmente). E precisamente perché si era stabilito colà un medico bernese, di nome Jaggi, che lo ha ospitato. Ora quel conte non è soltanto vergognosamente presuntuoso per la sua fortuna, ma anche un buon diavolo per quelli ai quali vuol bene. Vuol bene a due persone, ad August Macke e a me (…). (…) lo scorso dicembre noi tre abbiamo giurato che la cosa doveva avvenire. Louis me lo augura, intende ricavare denaro dai miei quadri. Macke provvede a se stesso, egli sa vendere molto bene. Il farmacista Bonnard di Berna dovrebbe accollarsi le spese del mio viaggio e il dottor Jegi ospitare me e Louis. Questi sono gli antefatti.

(Paul Klee, Diari 1898-1918, pp.287-288)

Paul Klee non era interessato all’esotico, nel significato di incontro con una diversità culturale genuina rispetto alla sofisticata società europea (come, invece, fu per Eugene Delacroix nel suo viaggio in Marocco o per Paul Gaugin a Tahiti). Lui cercava una conferma sulla sua vocazione di pittore, il suo ruolo nell’arte moderna.

Saint Germain presso Tunisi (entroterra) 1914

Saint Germain presso Tunisi (entroterra), 1914

Era il 6 aprile del 1914 quando a Marsiglia Paul Klee, il suo amico Louis Moilliet e August Macke si imbarcarono a bordo del Carthage per raggiungere la Tunisia, dove vi rimasero per due settimane visitando Tunisi, Sidi Bou Said, Cartagine, Hammamet e Kairouan (quarta città santa dell’Islam dopo La Mecca, Medina e Gerusalemme).

Case rosse e gialle a-tunisi (1914)

Case rosse e gialle a Tunisi, 1914

Il mattino del giorno seguente approdarono a Tunisi. Le prime impressioni furono positive: «Sulla riva, vicinissimi, i primi arabi. Il sole di una forza oscura. La chiarità colorata sulla terra, promettente. Anche Macke lo sente. Sappiamo tutti e due che qui lavoreremo bene» (p.291). Cominciarono, il giorno stesso, le prime passeggiate per i souk e i vicoli della città: «realtà e sogno a un tempo e, come terzo elemento, il mio personale e indipendente giudizio. Né trarrò giovamento»(p.291). Le sensazioni scaturite durante le passeggiate notturne generarono in lui la consapevolezza della distanza fra se stesso e la natura («E’ naturale che di fronte a questa natura io sia incapace. Eppure so qualcosa più di prima. Conosco la distanza fra la mia incapacità e la natura. E’ una questione interiore da risolversi nei prossimi anni. Non provo affatto sconforto. Non si deve aver fretta se si vuole molto. La sera è per sempre profondamente in me. Più di un pallido sorgere di luna del Nord mi farà pensare a questa silente immagine, e a me la ricorderà sempre. Sarà la mia sposa; il mio altro io. Stimolo a ritrovarmi. Io stesso però sono il sorgere della luna del Sud», p.295).

Motivo da Hammamet, 1914

Motivo da Hammamet, 1914

L’entusiasmo per questo paese si intensificò di giorno in giorno. Dopo la visita ad Hammamet scrisse nel suo diario: «Che giornata! In ogni siepe cantano gli uccelli. In un giardino un dromedario è al lavoro presso un pozzo. È proprio un quadro biblico. La città situata sul mare, ha del favoloso, con le strade intersecantisi in tutti i sensi. Ogni tanto uno sguardo dal muraglione di cinta. Le canne e i cespugli sono un bel ritmo di macchie. Nei dintorni, bellissimi giardini. Girovagato e dipinto molto» (p.297).

Davanti alle porte di Kairouan, 1914

Davanti alle porte di Kairouan, 1914

Quando il 16 Aprile i tre amici giunsero a Kairouan, questa cittadina, forse più delle altre, lo scosse nel profondo: «Assetati, beviamo molto tè per poter procedere degnamente alla scoperta di quella meraviglia. Per prima cosa un gran delirio che culmina di notte al “Mariage Arabe”. Nulla di singolo, solo un tutto. E che tutto! Una quintessenza da Mille e una notte, con il novantanove per cento di realtà. Che aroma, penetrante e inebriante, e che dà chiarezza, a un tempo. Cibo, vero cibo e bevanda stimolante, inebria e tonifica. Profumo di legna ardente. La patria?» (p.300).

Cupole rosse e bianche, 1914

Cupole rosse e bianche, 1914

Il 16 e 17 Aprile furono i giorni dell’autorivelazione e decisivi per la sua produzione artistica, che segnò il punto di svolta nell’arte moderna. Paul Klee, provò emozioni talmente forti («mi traboccava l’animo», p.301) che, in una serata tunisina, così scrisse: «Un senso di conforto penetra profondo in me, mi sento sicuro, non provo stanchezza. Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo tutt’uno. Sono pittore» (p.301). E ancora: «Oggi devo essere solo, e devo potermi concentrare; è stato troppo forte quanto ho provato. (…) Io sono tutt’occhi» (p.301).

Il tappeto del ricordo, 1914

Il tappeto del ricordo, 1914

La particolare luce del paese nordafricano e la sua architettura cubica, insieme alla conoscenza dei pittori Wassily Kandinskij e Robert Delaunay, influirono decisamente, quindi, sulla sua maturazione artistica tanto che nel giorno della sua partenza da Tunisi sul suo diario annotò: «Molti acquerelli e una quantità di altre cose. Il più in me, profondamente in me, ma così abbondante che sarà sempre presente» (p.303). In questo arco temporale Paul Klee produsse 35 acquarelli e 13 disegni. Non da meno fu il suo compagno di viaggio August Macke, che dipinse 33 acquarelli e 79 disegni, mentre meno intenso fu il lavoro di Louis Moillet, che si dedicò alle sue opere durante il soggiorno successivo in Marocco e Spagna meridionale.

Oggi, come allora, la Tunisia affascina il viaggiatore. A Tunisi potrete ammirare il Museo del Bardo . A Sidi Bou Said le case bianche con i portoni blu creano effetti scenografici sorprendenti, che potrete immortalare nelle vostre foto. A Cartagine potrete visitare le antiche rovine di quella che fu dapprima una colonia fenicia, per poi passare sotto il controllo romano. A Kairouan, infine, le scene di vita quotidiana sembrano appartenere ad un’epoca passata. Potrete fermarvi a sorseggiare, lentamente, un tè alla menta e assaggiare i makroud, i dolcetti per cui la città è nota e che sono acquistati da tutta la nazione soprattutto durante il periodo del Ramadan. Visitare questo paese, ricordando le impressioni di Paul Klee, aiuta a soffermarsi sui dettagli che lo rendono speciale: come la vivacità dei mercati contrapposta al silenzio dei luoghi sacri.

Le foto sono prese dal web.

L’avventura continua….seguici su Viaggiare è, per sua forma, esistere.

3 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. Trackback: Viaggio e arte di Paul Klee in Tunisia | Rajah Al Hurra
  2. Anna
    Nov 26, 2015 @ 11:27:37

    Leggere le “impressioni di viaggio” di un artista a caccia d’ispirazioni è… meravigliosamente stimolante!

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